• Diagnosi del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività

    (ADHD/ADD)


    La caratteristica fondamentale del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività è la presenza persistente di sintomi e comportamenti di disattenzione spesso, ma non sempre, associati a sintomi e comportamenti di iperattività e/o impulsività.

    Secondo il DSM-5 la diagnosi di Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività nei bambini richiede la presenza di almeno 6 dei sintomi elencati nel Gruppo 1 (sintomi di disattenzione) o 6 sintomi elencati nel Gruppo 2 (sintomi di iperattività/impulsività). Negli adolescenti e negli adulti (sopra i 17 anni) i sintomi devono essere almeno 5.

    Quindi, se ad esempio un bambino presenta 6 sintomi del Gruppo 1 e nessun sintomo del Gruppo 2 (o viceversa), è già diagnosticabile come paziente con deficit d'attenzione: tuttavia la condizione più comune è quella della presenza di almeno 6 sintomi di uno dei due gruppi più alcuni sintomi dell'altro gruppo.

    A tal fine, in base alla predominanza dei sintomi, viene fatta la distinzione fra 3 sottotipi, ora definiti "presentazioni", di Deficit di Attenzione:

    1. Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività - Tipo Combinato= Devono essere presenti non meno di 6 sintomi del Gruppo 1 e non meno di 6 sintomi del Gruppo 2.
    2. Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività - Tipo con DisattenzioneDevono essere presenti almeno 6 sintomi delGruppo 1 e meno di 6 sintomi del Gruppo 2.
    3. Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività - Tipo con Iperattività = Devono essere presenti almeno 6 sintomi del Gruppo 2 e meno di 6 sintomi del Gruppo 1.

     

    Gruppo 1 - Sintomi di disattenzione

    Sei (o più) dei seguenti sintomi di disattenzione sono persistiti per almeno 6 mesi con un’intensità che provoca disadattamento e che contrasta con il livello di sviluppo:

     1

    Disattenzione, spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro o in altre attività;

     2

    spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti o sulle attività di gioco;

     3

    spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente;

     4

    spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze o i doveri sul posto di lavoro (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni);

     5

    spesso ha difficoltà ad organizzarsi nei compiti e nelle attività;

     6

    spesso evita, prova avversione o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a casa);

     7

    spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es., giocattoli, compiti di scuola, matite, libri o strumenti);

     8

    spesso è facilmente distratto da stimoli estranei;

     9

    spesso e sbadato nelle attività quotidiane.


     

     

    Gruppo 2 - Sintomi di iperattività/impulsività

    Sei (o più) dei seguenti sintomi di iperattività-impulsività sono persistiti per almeno 6 mesi con un'intensità che causa disadattamento e contrasta con il livello si sviluppo:

     1

    Iperattività, spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla sedia;

     2

    spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto;

     3

    spesso scorazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui è fuori luogo (negli adolescenti o negli adulti ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza);

     4

    spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo;

     5

    è spesso "sotto pressione" o agisce come se fosse "motorizzato";

     6

    spesso parla troppo;

     7

    Impulsività, spesso "spara" le risposte prima che le domande siano state completate;

     8

    spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno;

     9

    spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (per es., si intromette nelle conversazioni o nei giochi).

     

    La diagnosi inoltre richiede:

    • Alcuni dei sintomi di iperattività-impulsività o di disattenzione che causano compromissione erano presenti prima dei 12 anni di età
    • Una certa menomazione a seguito dei sintomi è presente in due o più contesti (per es., a scuola (o a lavoro) e a casa)
    • Deve esservi una evidente compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico, o lavorativo
    • I sintomi non si manifestano esclusivamente durante il decorso di altri disturbi, come il Disturbo Generalizzato dello Sviluppo, Disturbo Psicotici, Disturbo dell'Umore, Disturbo d'Ansia, Disturbo Dissociativo, ecc.

      I sintomi peggiorano tipicamente in situazioni che richiedono attenzione e sforzo mentale protratti o che mancano di attrattiva o di novità. I segni del disturbo possono essere minimi o assenti quando il soggetto è sotto controllo, ed è più probabile che si manifestino in situazioni di gruppo.

  • Disturbo da deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADD e ADHD)

    Efficacia del Neurofeedback con e senza Realtà Virtuale e videogiochi


     

    Livello di efficacia del Neurofeedback per ADHD e ADD

     

    Nel 2013 la AAP (American Academy of Pediatrics), una delle più grandi organizzazioni di pediatri al mondo, ha riconosciuto al neurofeedback il massimo livello (Livello 1) di raccomandazione per il trattamento dell' ADHD e ADD.

     

    Il Neurofeedback è efficace nel 75% dei pazienti ADHD/ADD trattati e la sua efficacia è dimostrata da centinaia di studi scientifici condotti a partire dal 1976.

     

    Il neurofeedback è una prestazione sanitaria detraibile.

     

    ATTENZIONE!

    Esiste un unica metodologia di Neurofeedback scientificamente supportata che si chiama, semplicemente, Neurofeedback, senza l'aggiunta di altri aggettivi.

    Tutti i "neurofeedback" pubblicizzati con vari nomi compositi "neurofeedback x" non sono supportati scientificamente, non hanno un'efficacia dimostrata, non possono essere usati (per legge) per il trattamento di disturbi (es. ADHD, depressione, ansia, stress) e non fanno uso di dispositivi approvati per uso medico (Medical CE certified, FDA registered). Fare molta attenzione.


    NEUROFEEDBACK AVANZATO: QEEG E REALTA' VIRTUALE NEUROFEEDBACK GUIDATA


    Oggi i sistemi più avanzati di Neurofeedback hanno una solida sperimentazione di base che ne dimostra l'efficacia nel trattamento di disturbi come l'ADHD/ADD.

    Il Neurofeedback di basa sulle più recenti conoscenze e concezioni del cervello e del suo funzionamento: il cervello è una struttura estremamente plastica, capace cioè di modificarsi e riorganizzarsi in base alle attività che svolge (o non svolge). 

    Il Neurofeedback sfrutta questa plasticità per potenziare o depotenziare abilità neurocognitive come l'attenzione, la memoria, la creatività e il ragionamento, il controllo delle emozioni (ansia, depressione, rabbia), il controllo degli impulsi e del flusso dei pensieri (es. ruminazioni).

    Nel caso dell'ADHD e ADD i sistemi più avanzati di Neurofeedback sono quelli basati sul QEEG (Quantitative EEG) e sull'uso di tecnologie d'avanguardia come la realtà virtuale.

    Nel video che segue descriviamo brevemente in cosa consiste l'uso della realtà virtuale neurofeedback guidata, tenendo presente che viene usata sapientemente assieme ad altre metodiche di neurofeedback.

     

     Presso il nostro centro usiamo esclusivamente le tecniche e le tecnologie più sofisticate, all'avanguardia (e ad uso medico) oggi esistenti: n tanti anni di esperienza abbiamo anche sviluppato tecnologie proprietarie che ci consentono di potenziare ulteriormente gli effetti del trattamento e di abbatterne tempi e costi.


    Comparazione dell'efficacia del Neurofeedback e dei Farmaci


    Sino al 30% dei bambini con deficit dell'attenzione (ADD/ADHD) non mostra alcun miglioramento con il trattamento farmacologico (stimolanti); nel restante 70% dunque i farmaci sono efficaci ma spesso presentano effetti collaterali che impongono la sospensione o la non somministrazione del farmaco (ad esempio nei bambini).

    Inoltre sebbene da una parte l'uso dei farmaci determini nei bambini con ADD/ADHD un migliore andamento scolastico, una migliore concentrazione e una minore iperattività, dall'altra i bambini hanno ancora difficoltà a svolgere i compiti che vengono loro richiesti, a seguire le regole, a capire perché un certo comportamento inappropriato deve essere corretto. Questi ultimi problemi dipendono da un funzionamento cognitivo alterato che dipende in larga parte da un'ipoattività delle regioni cerebrali frontali che negli ADD/ADHD si manifesta con un ridotto metabolismo in queste regioni, una riduzione delle onde EEG veloci ed un'eccessiva attività delle onde EEG lente, tutte alterazioni che possono essere efficacemente corrette con gli adeguati protocolli di Neurofeedback mentre i farmaci hanno un effetto molto ridotto sull'attività EEG(Lubar 1992).

    Numerosi studi scientifici controllati infatti  hanno dimostrato che il neurofeedback (o EEG biofeedback) è efficace nel trattamento del Disturbo da Deficit dell'Attenzione e Iperattività (ADHD).

    Ad esempio Monastra et al. (2002) hanno dimostrato un'efficacia del neurofeedback superiore al metilfenidato, un farmaco psicostimolante molto utilizzato nel trattamento farmacologico del ADHD; ancor prima Rossiter e La Vaque (1995) avevano già dimostrato che solo 20 sedute da 30 minuti di Neurofeedback avevano pari efficacia rispetto al metilfenidato; anche l'uso congiunto del Neurofeedback e del metilfenidato potenzia significativamente l'efficacia del trattamento (Gonzalez-Castro e coll. 2015); inoltre, a differenza del farmaco, che produce miglioramenti solo fin tanto che è assunto, il neurofeedback rende possibile il mantenimento nel lungo termine dei miglioramenti ottenuti (Monastra e coll. 2002), ciò che è dimostrato sino ad almeno 5 anni.

     


    Come funziona?


    Gli individui affetti da questo disturbo presentano alterazioni dell'attività elettrica cerebrale rilevata sullo scalpo con l'EEG (elettroencefalogramma). Ad esempio i bambini con ADHD mostrano una produzione di onde theta (4-8-Hz) e una produzione ridotta di onde beta (16-24 Hz) in specifiche regioni cerebrali.

    Queste anomalie si registrano in modo ancor più marcato nel corso dello svolgimento di compiti cognitivi che richiedono attenzione e concentrazione, specie se prolungata.

    Il training di neurofeedback è finalizzato a potenziare e depotenziare specifiche onde cerebrali la cui alterazione è legata agli stati di disattenzione e impulsività. E' dimostrato che questo training normalizza l'attenzione e riduce l'iperattività.

    Il presupposto teorico su cui si basa il neurofeedback è che vi sia un legame tra le alterazioni delle onde cerebrali rilevate con l'EEG, le alterazioni neurobiologiche da cui esse generano e i sintomi del disturbo: la ricerca scientifica supporta questa corrispondenza.

    Il neurofeedback è un vero e proprio allenamento (training) attraverso il quale l'individuo (bambino, adolescente o adulto), grazie al feedback generato dalla strumentazione utilizzata, nel corso delle sedute riesce a correggere l'alterazione delle onde cerebrali nella direzione di una loro normalizzazione; è stato infatti dimostrato che tale normalizzazione dell'attività cerebrale correla con il miglioramento dei sintomi tipici del disturbo: disattenzione, difficoltà di concentrazione, iperattività e impulsività


    Durata e costi del trattamento



    Il trattamento è svolto dall'equipe formata dal Dr. Alessio Penzo e dalla Dott.ssa Loredana Scalini; una seduta dura circa 30 minuti. I sensori EEG sono posizionati sul cuoio capelluto in corrispondenza delle parti del cervello del paziente che devono essere esrcitate. I sensori sono collegati ad un computer potente che esegue un programma di addestramento speciale, che nelle fasi avanzate include la realtà virtuale. 

    Nella nostra esperienza i protocolli i NF altamente personalizzati e con l'uso delle tecnologie più avanzate richiedono circa 20-25 sedute. Invece i trattamenti standard non personalizzati possono richiedere 30-40 sedute. Noi adottiamo sempre i più elevati livelli di personalizzazione ottenendo, così una riduzione importante della durata del trattamento e dei costi.

    Per maggiori informazioni sui costi, i tempi e la metodologia, visita il sito che abbiamo dedicato esclusivamente al neurofeedback:

     

    NeurofeedbackRoma.it

     

     



    Alcune Ricerche


     

    Nel 2013 la AAP (American Academy of Pediatrics), una delle più grandi organizzazioni di pediatri al mondo (che oggi conta 64 mila pediatri) ha riconosciuto al neurofeedback il massimo livello (Livello 1) di raccomandazione per il trattamento dell' ADHD, basato sulla solidità ed estensione della ricerca scientifica prodotta sino ad oggi.

    Nel 2015 Gonzalez-Castro e colleghi hanno condotto una ricerca su 136 pazienti con ADHD ed hanno dimostrato che il neurofeedback abbinato al trattamento farmacologico da i risultati migliori; inoltre il neurofeedback da solo ha determinato miglioramenti nelle funzioni esecutive superiori al solo farmaco.

    Beuregard e Levesque (2006) hanno effettuato una risonanza magnetica funzionale (fMRI) sia su pazienti con ADHD prima e dopo il neurofeedback sia su pazienti (gruppo di controllo) non sottoposti a neurofeedback per vedere se il training di neurofeedback provocasse cambiamenti oggettivamente rilevabili. La risonanza magnetica funzionale ha evidenziato dei cambiamenti nei pazienti sottoposti al neurofeedback consistente nella normalizzazione dell'attività cerebrale; nei pazienti non sottoposti al neurofeedback (gruppo di controllo) la fMRI non ha evidenziato alcun cambiamento.

    Kaiser e Othmer (2000) hanno fatto uno studio con 1.089 pazienti dimostrando che il neurofeedback training del ritmo EEG sensomotorio (12-15 Hz) e beta produce significativi miglioramenti nell’attenzione e nel controllo degli impulsi e cambiamenti positivi misurati nel test delle variabili dell’ attenzione (TOVA). 

    Monastra, et al (2002) hanno lavorato con 100 bambini che assumevano Ritalin, oltre ad avere consulenza familiare e supporto accademico. Metà di essi ha ricevuto anche l'EEG biofeedback o Neurofeedback. Tutti i bambini hanno mostrato miglioramenti simili nel test TOVA e in una scala di valutazione dell’ADD. Ma solo i bambini che hanno fatto il neurofeddback sono stati in grado di mantenere  i loro miglioramenti senza Ritalin.

    Altri studi, utilizzando tecniche simili, hanno mostrato un aumento nei punteggi  d'intelligenza e nel rendimento scolastico nei casi in cui al trattamento era stato aggiunto il training delle onde theta (Lubar et al 1995).

    Un piccolo studio su 16 bambini ha comparato bambini allenati con neurofeedback con quelli in lista di attesa. I punteggi più alti sono emersi nel primo gruppo così come la riduzione dei comportamenti di disattenzione (Linden et al 1996).

    Altri due studi hanno dimostrato che il Neurofeedback è efficace quanto il Ritalin in numerose misure (Rossiter e LaVaque 1995; Fuchs et al. 2003).

    Un altro studio ha trovato che 16 su 24 pazienti che assumevano farmaci erano in grado di ridurre le dosi o interrompere del tutto il trattamento dopo l'allenamento con il Neurofeedback (Alhambra et al 1995).

    Studi controllati e randomizzati hanno dimostrato la superiorità del neurofeedback (EEG biofeedback) rispetto al training attentivo computerizzato (Gevensleben et al. 2009a) e all'EMG biofeedback (Bakhshayesh et al. 2011)

     In randomized controlled trials, it has been found to be superior in reducing the children’s inattentive, hyperactive and impulsive behavior (medium effect sizes) compared to computerized attention training (Gevensleben et al., 2009a) and EMG biofeedback (Bakhshayesh et al., 2011).


    Bibliografia (parziale)


     

    Alhambra, M.A., Fowler, T.P., & Alhambra, A.A. (1995). EEG biofeedback: A new treatment option for ADD/ADHD. Journal of Neurotherapy, 1(2), 39-43.

    Bakhshayesh,A.R.,Hänsch,S.,Wyschkon,A.,Rezai,M.J.,andEsser,G.(2011). NeurofeedbackinADHD:asingle-blindrandomizedcontrolledtrial. Eur.Child Adolesc.Psychiatry 20, 481–491.

    Carolyn Yucha and Christopher Gilbert's, 2004 "Evidence Based Practice in Biofeedback & Neurofeedback" AAPB, Wheat Ridge, CO.

    Fuchs, T., Birbaumer, N., Lutzenberger, W., Gruzelier, J.H., & Kaiser, J. (2003). Neurofeedback treatment for attention-deficit / hyperactivity disorder in children: A comparison with methyphenidate. Applied Psychophysiology and Biofeedback, 28(1), 1-12.

    Kaiser, D.A., & Othmer, S. (2000). Effect of neurofeedback on variables of attention in a large multi-center trial. Journal of Neurotherapy, 4(1), 5-15.

    Gevensleben,H.,Holl,B.,Albrecht,B.,Vogel,C.,Schlamp,D.,Kratz,O.,etal. (2009a). IsneurofeedbackanefficacioustreatmentforADHD?Arandomised controlledclinicaltrial. J. ChildPsychol.Psychiatry 50, 780–789.

    González-Castro PCueli MRodríguez CGarcía TÁlvarez L. (2015).Efficacy of Neurofeedback Versus Pharmacological Support in Subjects with ADHD. Appl Psychophysiol Biofeedback.  [Epub ahead of print].

    Linden, M., Habib, T, & Radojevic, V. (1996). A controlled study of the effects of EEG biofeedback on cognition and behavior of children with attention deficit disorder and learning disabilities. Biofeedback and Self Regulation, 21(1), 35-49.

    Lubar, J.F., Swartwood, M.O., Swartwood, J.N., & O'Donnell, P.H. (1995). Evaluation of the effectiveness of EEG neurofeedback training for ADHD in a clinical setting as measured by changes in T.O.V.A. scores, behavioral ratings, and WISC-R performance. Biofeedback and Self Regulation, 20(1), 83-99.

    Monastra, V.J., Monastra, D.M., & George, S. (2002). The effects of stimulant therapy, EEG biofeedback, and parenting style on the primary symptoms of attention-deficit/hyperactivity disorder. Applied Psychophysiology and Biofeedback, 27(4), 231-249.

    Rossiter, T.R., & La Vaque, T.J. (1995). A comparison of EEG biofeedback and psychostimulants in treating attention deficit/hyperactivity disorders. Journal of Neurotherapy, 1(1), 48-59.