Biofeedback per la Cefalea Tensiva
Durata, costi e metodo
Il biofeedback è un metodo d'intervento psicofisiologico che, grazie all'uso di biosensori e tecnologie avanzate, permette l'acquisizione del controllo volontario delle tensioni muscolari (nuca, collo, trapezio, fronte, tempie e mandibola, in mix variabili) che causano e alimentano la cefalea di tipo tensivo, in tutte le situazioni di vita attiva (lavoro, relazioni, divertimento) e passiva (relax, sonno), eliminando le cefalee o riducendo drasticamente la loro frequenza, intensità e durata. Un risultato che si raggiunge rapidamente e, cosa più importante, che si consolida nel tempo.
In base ai numerosi studi scientifici condotti negli ultimi 60 anni, l'efficacia del biofeedback per la cefalea di tipo tensivo si attesta tra l'80% e il 90%. Tuttavia, presso il nostro centro abbiamo raggiunto una percentuale di successo che sfiora il 100%, grazie ad un incessante perfezionamento dei protocolli, ad una loro elaborata personalizzazione e a un processo di valutazione iniziale e di rivalutazione intra-training sempre più accurato.
Il metodo d'intervento, la durata e i costi sono riportati più avanti in questa stessa pagina.
Il biofeedback non è una tecnica di rilassamento ma una tecnica di controllo: solitamente la tecnica di rilassamento viene applicata in contesti facilitanti passivi, in cui l'individuo si ritira per un certo arco di tempo in una situazione povera di stimoli per potersi concentrare e rilassare. Il problema è che mentre queste parentesi di relax sono utili per recuperare le tensioni muscolari e psicologiche accumulate nelle fasi attive della vita quotidiana, il biofeedback consente all'individuo di impedirne l'accumulo, insegnando a controllarle proprio nel momento in cui si formano, ossia durante le fasi attive e più impegnative della giornata, bloccando così la genesi degli episodi cefalalgici e, nel tempo, riducendo/normalizzando la sensibilizzazione delle vie del dolore che, come spiegato più avanti, sono alla base della cronicizzazione di questo disturbo, in un processo virtuoso che, in breve tempo, produce la cessazione o la drastica riduzione del numero, durata e intensità delle cefalee.
Presso il Centro di Biofeedback e Neurofeedback di Roma (EUR-Laurentina) utilizziamo esclusivamente le strumentazioni ad uso medico più precise e avanzate oggi disponibili e utilizziamo protocolli internazionali che, per raggiungere la massima efficacia nel tempo più breve possibile, devono essere sempre personalizzati e attuati da professionisti psicofisiologi altamente specializzati e con lunga esperienza.
Tutti i trattamenti sono svolti da un équipe di psicofisiologi,ossia psicologi con un'alta formazione nel campo specifico della psicofisiologia teorica e applicata, in particolare del Biofeedback e Neurofeedback, con una lunga esperienza clinica nel trattamento specifico della cefalea tensiva e dell'emicrania.
Decenni di esperienza diretta con la Cefalea di Tipo Tensivo, con l'Emicrania e con la condizione mista (emicrania+cefalea tensiva) assai frequente e più invalidante, ci ha consentito di perfezionare, con il dovuto rigore metodologico e scientifico, diversi protocolli di biofeedback che oggi ci consentono di raggiungere percentuali di successo molto elevate (100%) nel trattamento della Cefalea di Tipo Tensivo, anche nelle condizioni croniche più gravi, quelle con le quali abbiamo più frequentemente a che fare e che, spesso, sono erroneamente considerate "intrattabili".
Ciò accade quando i farmaci più efficaci per la cefalea di tipo tensivo, che hanno un'efficacia piuttosto bassa (20%-30% a seconda dello studio), espongono il paziente alla convinzione errata che non si possa più far nulla.
Numerosi studi scientifici, invece, hanno dimostrato che il biofeedback ha un'efficacia molto alta: il biofeedback, infatti, è una tecnica moderna che pone le sue radici su una sperimentazione scientifica iniziata più di 60 anni fa.
Negli Stati Uniti e nell'Europa del nord è ben conosciuto: in Italia si sta diffondendo lentamente. Un numero crescente di neurologi, soprattutto quelli più aggiornati e inclini all'uso di metodi non farmacologici o combinati (approccio multidisciplinare), lo conoscono e lo prescrivono ai loro pazienti
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Argomenti Trattati
Sconfiggere la Cefalea di Tipo Tensivo naturalmente e senza farmaci
Il Biofeedback per la Cefalea di Tipo Tensivo è un trattamento non farmacologico ed è efficace anche nelle condizioni croniche più gravi, quelle con le quali abbiamo più frequentemente a che fare e che, spesso, sono erroneamente considerate "intrattabili".
Abbiamo avuto molti casi di cefalea cronica grave (continua, tutti i giorni o quasi) dove abbiamo ottenuto la remissione totale delle cefalee o, come minimo, una drastica riduzione della loro frequenza, durata e intensità, risultati che vengono mantenuti nel lungo periodo e che si consolidano nel tempo).
Il Biofeedback è un metodo basato su un gran numero di studi scientifici che richiede un unico ciclo di 10 sedute ed è una prestazione sanitaria detraibile: può essere usato in concomitanza con i farmaci, con l'obiettivo di ridurli ed eliminarli.
Il Biofeedback è una tecnica psicofisiologica emersa da una lunghissima pratica clinica e da una sperimentazione iniziata più di 60 anni fa e che oggi conta centinaia di studi scientifici peer reviewed (riviste scientifiche accreditate).
Sebbene numerosi studi scientifici abbiano dimostrato che il Biofeedback è efficace nell'80-90% dei pazienti trattati contro il 23-33% dei farmaci più utilizzati (es. Laroxyl), che non ha effetti collaterali, che l'effetto è mantenuto nel lungo termine (follow up sino a 15 anni) e, cosa più importante, che si consolida nel tempo, negli ultimi anni presso il nostro centro abbiamo raggiunto percentuali di successo che sfiorano il 100% grazie al continuo perfezionamento dei protocolli, ad una personalizzazione di questi ultimi sempre più precisa e a un processo di valutazione iniziale e rivalutazione durante il trattamento sempre più accurato.
Nel 2010 il biofeedback ha ricevuto il massimo Livello di Raccomandazione per il trattamento della Cefalea di Tipo Tensivo da parte della più grande Organizzazione Europea di Neurologi, la European Federation of Neurological Societies.
Il Biofeedback è un metodo d'intervento non-farmacologico, indolore, privo di effetti collaterali, di breve durata ed economico (occorre un unico ciclo di circa 8-10 sedute della durata di 30 minuti): per tale ragione può essere utilizzato in tutta sicurezza anche con i bambini, con gli anziani, con le persone fisicamente debilitate e con chi non vuole assumere farmaci.
Il biofeedback è un trattamento psicofisiologico che necessita di specifiche competenze in psicofisiologia ed è una prestazione sanitaria detraibile.
Ripristinare il naturale sistema di "allarme muscolare"
Il Biofeedback per la Cefalea Tensiva non è psicoterapia o fisioterapia e non è una tecnica di rilassamento: l'obiettivo del trattamento non è quello di rilassare i muscoli la cui tensione eccessiva/protratta/frequente ci avvicina e fa superare la soglia d'innesco della cefalea (o la peggiora). Quando si arriva a sentire il bisogno di rilassare un muscolo, vuol dire che è troppo tardi, che lo si è già stressato troppo, ciò che, per i pazienti con cefalea tensiva, vuol dire che è già stata raggiunta la soglia d'innesco della cefalea o che non si riesce a tornare indietro.
L'obiettivo del trattamento di biofeedback è quello di imparare a riconoscere quando la tensione sta diventando eccessiva e bloccarla sul nascere, rendendo questo processo automatico e bloccandoil meccanismo cefalalgico al principio.
Il biofeedback infatti è una tecnica di apprendimento guidata da biosensori avanzati e precisi che permette al/alla paziente di imparare a sentire precocemente (in tempo) le tensioni muscolari eccessive che attua inconsapevolmente e che causano la cefalea di tipo tensivo e, in seguito, a preveniretali tensioni, in modo via via automatico (apprendimento). Il/la paziente infatti, inizialmente è in grado di accorgersi della tensione muscolare solo quando è troppo tardi, quando cioè la tensione muscolare ha raggiunto livelli troppo alti, quando ormai ha già raggiunto la soglia d'innesco della cefalea. A quel punto tornare indietro è difficile, si prende un antidolorifico (o si fa un massaggio o simili) e si ricomincia da capo.
Ad oggi, l'unico modo per risolvere la cefalea tensiva (e desensibilizzare le vie del dolore), è quello di agire sulla causa primaria, ossia la tensione di alcuni muscoli che si attua volontariamente(sono muscoli volontari!) ma inconsapevolmenteper abitudini consolidate e perché si è persa (o non si è mai avuta) quella "sensibilità muscolare" (propriocettiva) che, in condizioni normali, funge da allarme che ci avvisa che la tensione è eccessiva e deve essere interrotta prima di far danni.
Nei pazienti con cefalea tensiva questi allarmi sono "saltati"; negli anni si sono cioè tarati su livelli di attivazione troppo alti: in altre parole, se scattano, lo fanno quand'è troppo tardi. Per ripristinare questo "allarme muscolare", bisogna per forza ricorrere a biosensori molto sensibili e precisi che, all'inizio, si sostituiscono al nostro allarme naturale starato e ci aiutano ad imparare a sentire di nuovo, a riconoscere in tempo quando la tensione diventa eccessiva, a ritarare l'allarme e a prevenire quindi la tensione muscolare eccessiva, tenendoci sempre più lontani/e dalla soglia d'innesco della cefalea.
In parole semplici, è possibile ridurre la tensione muscolare solo se ci si accorge quando si 'esagera', sensibilità che si è persa o non si è mai avuta: tutti i pazienti con cefalea tensiva sanno, sentono la connessione diretta tra la tensione muscolare e la cefalea; tutti intuiscono che, per star meglio, la tensione di alcuni muscoli deve essere ridotta; ma riuscirci da soli è praticamente impossibile. Tecniche di rilassamento, consigli (talvolta dannosi) su internet, massaggi e fisioterapia non funzionano, peggiorano la situazione o danno effetti solo temporanei: chi ci è passato lo sa.
Per questo si arriva a credere che sia impossibile uscirne:ma non è così, per fortuna. Invitiamo tutti a provare a farlo per conto proprio, tenendo presente che il non riuscirci da soli, senza il supporto dei biosensori e del feedback in tempo reale, è normale.
Senza l'uso di biosensori ultrasensibili e precisi e dei sistemi di feedback (biofeedback appunto) e l'uso congiunto di specifiche tecniche e strategie, la riattivazione dell'allarme è praticamente impossibile.
Nessun farmaco è in grado di sostituirsi al nostro comportamento di sentire e non tendere i muscoli eccessivamente e con un meccanismo d'allarme propriocettivo starato (desensibilizzato) è quasi impossibile autoregolarsi. Ed è sempre per lo stesso motivo che le tecniche di rilassamento, i massaggi, la fisioterapia e il calore, non funzionano o hanno effetti solo temporanei. Non possono assumere quel controllo che dobbiamo imparare ad esercitare noi stessi.
Le cause della Cefalea Tensiva
La Cefalea Tensiva è causata dai seguenti fattori concomitanti:
1 - FATTORI GENETICI non necessariamente di tipo ereditario. Predispongono l'individuo a sviluppare la cefalea i tipo tensivo in presenza dei fattori che seguono.
2 - TENSIONE MUSCOLARE eccessiva, inconsapevole,persistente o eccessivamente frequente di alcuni muscoli della testa (fronte, tempie, mandibola), del collo, delle spalle e del trapezio (in combinazione variabile da individuo a individuo): essa è quasi sempre una somatizzazione aggravata (pazienti cronici) o innescata da stati psicofisiologici legati a condizioni di stress spesso non riconosciute o sottovalutate (fattori cognitivi, emozionali e situazionali).
3 - FATTORI PSICOFISIOLOGICI e/o PSICOLOGICI di varia origine che si esprimono attraverso la via di somatizzazione della tensione muscolare che determina la cefalea i tipo tensivo, in particolare:
- Stress acuti e cronici
- Stile cognitivo iperattivo e/o iper-reattivo
- Stati ansiosi di varia origine
- Stati depressivi o depressivo-ansiosi (misti)
- Irascibilità eccessiva
4 - ABUSO DI FARMACI ANALGESICI come i FANS, il paracetamolo e gli oppioidi che, se assunti con una frequenza eccessiva (più di 2-3 giorni a settimana), espongono seriamente al rischio di un peggioramento della patologia nella direzione della cronicità (rebound headache) oltre che a fenomeni di tolleranza e dipendenza.
5 - SENSIBILIZZAZIONE DELLE VIE DEL DOLORE - il meccanismo principale alla base del processo cefalalgico è noto come "sensibilizzazione delle vie del dolore" ossia delle vie nervose che trasmettono l'informazione dolorifica dalle zone doloranti innervate al sistema nervoso centrale (midollo spinale→tronco encefalico→talamo→corteccia omatosensoriale). Una loro attivazione eccessivamente ripetuta e protratta nel tempo produce un progressivo abbassamento della soglia d'attivazione dei neuroni che le compongono (facilitazione sinaptica sia a livello periferico che centrale) con conseguente aumento di facilità della loro attivazione (bastano stimoli anche innocui o deboli, come una leggera tensione muscolare, o una pressione con un dito, ad attivare le vie del dolore e innescare la cefalea), con conseguente aumento della frequenza, intensità e durata degli episodi di cefalea tensiva. Si ritiene inoltre che tale sensibilizzazione dolorifica sia facilitata/amplificata dall'uso eccessivo dei farmaci analgesici, ciò che sembra essere alla base del "rebound headache" o cefalea di rimbalzo di seguito descritta.
Come il Biofeedback agisce sulle cause
Il protocollo di Biofeedback da noi utilizzato agisce direttamente su tutti i fattori su citati ad eccezione di quello genetico, ed ha come obiettivi:
- Il controllo e la riduzione della tensione muscolare entro i livelli normali
- La cessazione completa o la riduzione drastica del numero e dell'intensità delle cefalea
- La desensibilizzazione delle vie del dolore
- L'individuazione dei principali fattori cognitivi, comportamentali e situazionali che alimentano la tensione muscolare involontaria
- La riduzione/cessazione dell'uso di farmaci
- Il ripristino di una qualità di vita soddisfacente
Il Biofeeedback è un trattamento tramite il quale l'individuo apprende a ridurre, eliminare e prevenire l'eccessiva tensione muscolare incontrollata che causa le cefalee. Nei casi in cui la cefalea tensiva sia determinata dall'ansia o dallo stress l'individuo impara anche a normalizzare il livello d'attivazione psicofisiologica che sottende questi ed altri stati d'attivazione (la depressione, la rabbia, l'ansia anticipatoria, ecc.) che alimentano il processo di genesi delle cefalee.
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Evitare il dolore e la cronicizzazione: la sensibilizzazione
La cefalea di tipo tensivo è un disturbo che, se non trattato o se trattato con strumenti non idonei (ad es. l'abuso di analgesici e altri farmaci, terapie scientificamente non validate), evolve in forme ad episodi sempre più frequenti, sino allo stato cronico (15 o più cefalee al mese), fortemente disabilitante.
Negli individui geneticamente predisposti, uno stato d'attivazione psicofisiologica eccessiva ed eccessivamente protratta, spesso favorita da situazioni stressanti prolungate, da una personalità ansiosa e/o iper-reattiva o iperattiva, o irascibile, può determinare un' involontaria/inconsapevole/incontrollata eccessiva contrazione dei muscoli delle spalle, cervicali, mandibolari, temporali e/o frontali che produce una serie di eventi a cascata che conducono all'episodio cefalalgico che, nel caso dei pazienti cronici, arriva a manifestarsi anche in modo continuo.
- Cosa causa il progressivo peggioramento della patologia? Così come avviene per altre patologie del dolore, la progressiva cronicizzazione della cefalea tensiva è dovuta ad una progressiva sensibilizzazione delle vie nervose che conducono il dolore percepito durante, prima e/o dopo gli attacchi di cefalea, ciò che si traduce in una crescente suscettibilità/facilità a sviluppare cefalee con conseguente aumento della loro frequenza (sino alla cronicizzazione). In altre parole si verifica un abbassamento della soglia di attivazione dei neuroni che conducono il segnale del dolore dalla periferia al cervello, con conseguente maggiore facilità di attivazione degli stessi.
- Come si può ridurre il dolore? La via maestra per combattere questo disturbo fortemente disabilitante è il ripristino della normale soglia d'attivazione delle vie dolorifiche coinvolte; ciò richiede una drastica e prolungata riduzione della stimolazione di queste vie nervose dolorifiche, cosa che è possibile ottenere in modo duraturo solo riducendo la causa primaria della loro stimolazione: la contrazione eccessiva o eccessivamente frequente dei muscoli su citati (testa, collo, spalle), a sua volta causata/aggravata da stressor di varia natura e da una propria predisposizione a reagire alle situazioni ansiogene/stressanti con stati d'attivazione psicofisiologica eccessiva (ansia, iper-reattività, ecc.) e con questa specifica via di somatizzazione.
Il Biofeedback è un training, un allenamento psicofisiologico che agisce alla radice del problema consentendo all'individuo con cefalea tensiva di imparare rapidamente a riconoscere, controllare e normalizzare i livelli di tensione muscolare alterati che causano le cefalee, consentendo così il progressivo processo di desensibilizzazione delle vie dolorifiche implicate in questa patologia e la progressiva concomitante riduzione della frequenza, intensità e durata delle cefalee e la riduzione progressiva della quantità di farmaci assunti (analgesici, benzodiazepine, ecc.).
Cefalea al risveglio e cefalea notturna
Molti pazienti con cefalea tensiva o condizioni miste di cefalea tensiva ed emicrania (molto comune), vanno a letto senza cefalea o con un basso livello di cefalea e si svegliano "inspiegabilmente" con la cefalea o con un suo peggioramento. Nonostante la sua diffusione, questo fenomeno è stato oggetto di pochi studi. Cercherò di fare una sintesi tra questi pochi studi e la nostra esperienza sul campo. Cosa succede durante la notte?
Come abbiamo detto, la cefalea tensiva dipende da meccanismi di sensibilizzazione delle vie del dolore: se ci si sveglia con una cefalea vuol dire che durante la notte queste vie sono state in qualche modo stimolate. Questa stimolazione può dipendere da due fattori:
- contrazione muscolare involontaria (ad esempio legata ai sogni o all'attività di pensiero onirica fuori dalla fase REM);
- compressione delle regioni craniche o pericraniche doloranti legate a posizioni scorrette o eccessivamente prolungate.
In entrambi i casi si tratta sempre di comportamenti (tensioni muscolari, movimenti) inconsapevoli (perché si dorme) che possono essere corretti con un training notturno, reso possibile dall'uso di speciali sensori che ci insegnano, progressivamente e senza alcuno sforzo, a comportarci in modo corretto anche durante il sonno. Anche in questo caso è necessaria una valutazione attenta che tenga conto di numerosi fattori.
Si può provare a correggere questi comportamenti notturni da soli? Senza l'uso di un sistema sensore-feedback che, inizialmente, si sostituisce ai meccanismi di allarme mal funzionanti, è impossibile raggiungere risultati tangibili: si può dunque provare da soli/e, ma se non ci si riesce bisogna tener presente che senza l'uso di un sistema sensore-feedback è impossibile imparare.
Cronicizzazione e "Rebound Headache" o "Medication Overuse Headache"
un pericolo da prevenire col Biofeedback
I farmaci analgesici (paracetamolo, FANS, oppioidi, ecc.) riducono il dolore solo temporaneamente e il loro abuso (più di 2-3 giorni a settimana) espone seriamente al rischio di aggravare la patologia, aumentando la frequenza delle cefalee.
Quando ciò si verifica si parla di "Rebound Headache" ossia "mal di testa da rimbalzo" un concetto sovrapponibile a quello di "Medication Overuse Headache" ossia "mal di testa da abuso di farmaci" che si riferisce a una condizione determinata proprio dall'abuso dei farmaci analgesici: in parole semplici accade che il farmaco fa passare la cefalea (o ne riduce i sintomi) ma, allo stesso tempo, facilita l'insorgere di quella successiva (effetto di rimbalzo), con il risultato di un aumento progressivo della frequenza delle cefalee.
Purtroppo i meccanismi alla base di questo fenomeno non sono noti per cui è difficile anche discriminare questo fenomeno dal semplice aggravarsi della patologia. E' possibile che il sovrautilizzo degli analgesici (triptani inclusi) inneschi dei meccanismi intraneuronali che producono un aumento ulteriore della sensibilizzazione delle vie del dolore nel breve-medio termine (dall'assunzione dell'ultima dose di farmaco), producendo un circolo vizioso cefalea-farmaco-cefalea difficile da spezzare ma che può essere efficacemente interrotto con l'aiuto del biofeedback.
In questi casi può rendersi necessario l'attuazione di uno dei protocolli di "disintossicazione" oggi disponibili (con percentuali variabili di successo); tra i protocolli di disintossicazione più utilizzati vi sono quelli che fanno uso di elevate dosi di glucocorticoidi (a volte miscelati con potenti antiossidanti) per un periodo limitato di tempo (con dosi a scalare) seguito da un periodo di settimane durante le quali l'individuo deve assolutamente cessare l'assunzione di quei farmaci che ora causano il rebound headache e cominciare con l'assunzione di qualche farmaco preventivo.
A tal proposito in uno studio recente Rausa et al. (2016) hanno dimostrato che ben l'80% dei pazienti con Medication Overuse Headache (= Rebound Headache, sia emicranici che con cefalea tensiva) sottoposti ad un breve training di biofeedback sono riusciti a regredire dalla condizione cronica a quella episodica e a non ricadere di nuovo nel Rebound Headache; invece la maggior parte (75%) dei pazienti sottoposti soltanto al trattamento farmacologico profilattico (senza biofeedback) a distanza di 4 mesi sono ricaduti nel rebound headache. Ciò significa che, in assenza di biofeedback e con il solo farmaco profilattico, nel 75% dei casi si verifica una ricaduta.
E' bene sottolineare che questi trattamenti, se non seguiti da un trattamento di Biofeedback, servono solo a ristabilire la condizione di cefalea prima che quest'ultima fosse peggiorata dal fenomeno del rebound.
E' importante dunque prevenire l'innesco di tale condizione o affrontarla evitando l'abuso di analgesici ed attuando un adeguato protocollo di biofeedback (preferibilmente multicomponenziale), anche con l'uso contemporaneo di farmaci profilattici, con l'obiettivo di ridurli ed eliminarli in modo progressivo.
Chiedi al tuo neurologo
Come funziona il Biofeedback?
Una speciale strumentazione, che fa uso di un sistema sofisticato di sensori e di un complesso software d'analisi, consente di rilevare e visualizzare su un monitor, in tempo reale, le funzioni fisiologiche alterate che causano la Cefalea Tensiva: tali alterazioni patologiche consistono nell'eccessiva, protratta, involontaria e incontrollata contrazione di alcuni gruppi muscolari (collo, spalle/schiena, mandibola, testa, tempie e fronte) che, negli individui geneticamente predisposti, innesca gli stati dolorosi della cefalea tensiva, una condizione che non è solo un semplice "mal di testa", ma uno stato psicofisiologico che spesso si manifesta anche con depressione e sconforto, ansia, disturbi del sonno, senso di debolezza o stanchezza, mancanza di concentrazione e talvolta anche vertigini e nausea, con una compromissione significativa della qualità della vita lavorativa, sociale e affettiva.
Queste tensioni muscolari incontrollate/inconsapevoli (che innescano le cefalee) costituiscono, negli individui geneticamente predisposti, una particolare via di somatizzazione di vari stati d'attivazione del sistema nervoso che sottendono stati d'attivazione psicologica, cognitiva e/o emotiva di vario genere come quella legata a stress più o meno prolungati, a situazioni di intensa attività, a stati ansiosi e a stati di rabbia.
Il paziente, in poche sedute, sotto la guida esperta del biofeedback therapist, impara a correggere permanentemente e in modo del tutto naturale l'eccessiva tensione muscolare che causa le cefalee, con conseguente cessazione o riduzionedel numero, della durata e dell'intensità dei mal di testa.
Il Biofeedback è efficace nel 90% dei pazienti trattatie gli effetti del trattamento sono a lungo termine, come dimostrato da studi di follow up sino a 15 anni. Presso il nostro centro, la percentuale di successo sfiora il 100% grazie all'elaborazione di piani di trattamento altamente personalizzati e a processi di valutazione e rivalutazione intratraining sempre più accurati e rigorosi.
Fasi del trattamento di Biofeedback per la Cefalea Tensiva
Il più efficace protocollo di Biofeedback per il trattamento della cefalea tensiva è il sEMG Biofeedback.
In questo tipo di trattamento il Biofeedback trainer, attraverso l’elettromiografia di superficie (sEMG), misura in tempo reale la tensione dei muscoli coinvolti nel processo d’innesco dell’episodio cefalalgico, in genere i muscoli delle spalle, della schiena, della fronte,i temporali e i muscoli della mandibola(in combinazioni variabili a seconda dei casi), visualizzandola su uno schermo sotto forma di grafici o immagini usate come feedback.
Questo feedback immediato e preciso consente al paziente di imparare a riconoscere ("sentire") livelli di contrazione muscolare anche minimi, consentendogli di riconoscere precocemente e prevenire quegli stati di eccessiva (e inconsapevolmente protratta) tensione muscolare che, se non interrotta in tempo, innesca il successivo episodio di cefalea tensiva.
Il Protocollo da noi utilizzato è di tipo integratoe prevede un unico ciclo di 8-10 sedute che include mix variabili e altamente personalizzati di attività e tecniche d'intervento ed è composto da una prima seduta di valutazione e dal trattamento vero e proprio.
PRIMA SEDUTA: VALUTAZIONE E MISURAZIONI
1 – Valutazione/misurazione Psicofisiologica (o Stress Profile) -Nella prima seduta, della durata di 90-120 minuti (a seconda della complessità del caso), si effettua una valutazione approfondita delle condizioni del paziente in relazione alla cefalea tensiva e ai fattori psicosociali collegati; subito dopo, utilizzando la strumentazione del biofeedback, si effettua una misurazione (stress profile) di diverse variabili fisiologiche in condizioni di relax e di stress (lieve) per individuare le alterazioni fisiologiche su cui lavorare e per definire il protocollo più efficace. In questa fase si individuano i gruppi muscolari la cui eccessiva tensione provoca la cefalea tensiva.
2 -Valutazione psico-neuro-endocrino-immunologica- Questa valutazione serve ad individuare fattori psicobiologici spesso implicati nella genesi della cefalea di tipo tensivo, una patologia quest'ultima che spesso si manifesta in comorbidità con altri disturbi psicologici, psicosomatici e somatici che devono esser considerati ai fini dell'individuazione di protocolli d'intervento più adatti al caso specifico. Per poter comprendere le cause delle alterazioni fisiologiche alla base della cefalea di tipo tensivo, è anche necessario tener conto dei farmaci, integratori o fitoterapici che il paziente ha assunto e assume (tipo, quantità, effetti), del suo stato di salute generale, delle malattie di cui soffre o ha sofferto e dello stress cui è o è stato sottoposto.
3 - Misurazione dello stress - Nella prima seduta, se occorre si effettua anche una misurazione dello stress attuale dell'individuo, sia utilizzando gli strumenti del biofeedback, sia utilizzando test scientificamente validati. Questa misurazione è molto importante per far comprendere al paziente se e quanto stress stia subendo (e abbia subito), i danni fisici a cui è esposto, la stretta relazione tra stress e cefalea tensiva e la conseguente necessità di definire delle strategie idonee volte a ridurre o eliminare le principali fonti di stress, attività quest'ultima che è facoltativa ma comunque fortemente consigliata anche perché non comporta costi aggiuntivi.
4 - Definizione e personalizzazione dei protocolli di biofeedback- Una volta individuati tutti i fattori psicobiologici e psicofisiologici principali che contribuiscono alla genesi delle cefalee, si definisce il piano d'intervento adatto allo specifico caso.
SECONDA SEDUTA E SUCCESSIVE: Trattamento
Una volta stabilito il protocollo d'intervento personalizzato si procede con il trattamento di biofeedback vero e proprio che richiede circa 10 sedute e che comporta mix variabili delle seguenti attività/procedure:
1 – EMG Biofeedback - Calibrazione senso-motoria- Nelle sedute successive, grazie al feedback immediato fornito dalla strumentazione (elettromiogramma) utilizzata, l'individuo impara progressivamente a riconoscere anche i livelli minimi di contrazione dei muscoli coinvolti nella cefalea tensiva.
Lo sviluppo di questa sensibilità è rapido grazie al biofeedback e costituisce il primo passo per eliminare la contrazione eccessiva dei muscoli che causa la cefalea.
2 – EMG Biofeedback - Shaping - In questa fase l'individuo apprende rapidamente a ridurre volontariamente la tensione dei muscoli monitorati, riportandola sui valori normali.
3 – Neurofeedback combinato al EMG Biofeedback - In questa fase si utilizza anche l'elettroencefalogramma (EEG) per mezzo del quale l'individuo apprende a controllare e ad eliminare le tensioni muscolari in modo via via più automatico proprio durante attività (video, realtà virtuale) che attirano fortemente la sua attenzione, rilevata tramite l'EEG.
4 – Rilassamento Progressivo da fare a casa/lavoro con CD(8 fasi) - Diversi studi hanno dimostrato che l'aggiunta di questa specifica tecnica di rilassamento al Biofeedback velocizza e potenzia gli effetti del Biofeedback (Nestoriuc et al. 2008). Questa tecnica, a differenza di altre, è supportata da una robusta base scientifica. Ad ogni seduta di biofeedback viene fornito un CD da noi prodotto contenente una delle 8 sessioni audio-guidate di questo particolare training di rilassamento muscolare progressivo. Questo training viene svolto a casa o al lavoro parallelamente al training di biofeedback (presso il nostro studio).
5 - Colloqui di sostegno, psicoeducativi, preventivi e strategici (senza costi aggiuntivi)
La tensione muscolare alla base della Cefalea di Tipo Tensivo è quasi sempre legata a fattori di tipo psicologico-emotivi (ansia, stress, depressione, rabbia, ecc.); tali stati costituiscono la benzina che alimenta la tensione e amplifica il dolore e non devono mai essere sottovalutati o, peggio, non considerati. Per tale ragionela buona riuscita del trattamento e il mantenimento dei suoi effetti nel lungo termine sono fortemente potenziati da brevi colloqui strategici svolti nel corso del trattamento di biofeedback. Tali colloqui sono finalizzati a:
- conoscere i meccanismi psicologici, fisiologici e ambientali che sono all'origine della tensione muscolare involontaria che causa la cefalea tensiva (potenzia e velocizza gli effetti del trattamento).
- aumentare la consapevolezza dell'individuo e il suo senso di autoefficacia, ossia la consapevolezza che le alterazioni fisiologiche involontarie che causano la cefalea tensiva possono essere volontariamente controllate e normalizzate con le tecniche/strategie apprese.
- imparare a controllare la risposta psicofisiologica agli agenti stressanti con adeguate strategie, tecniche e cambiamenti mirati nello stile di vita.
Questi colloqui non sono obbligatori ma sono fortemente consigliati e senza costi aggiuntivi.
6 - Misurazioni notturne (home recording opzionale)
Spesso la cefalea di tipo tensivo si presenta al risveglio o tende addirittura a peggiorare nel corso della notte o durante le ultime ore di sonno. L'origine di questo fenomeno può essere attribuito a diversi fattori; per individuarli con precisione è opportuno svolgere una o più misurazioni notturne sui livelli di tensione muscolare (e loro variazioni) durante il sonno.
7 - Igiene del sonno: dopo un'approfondita valutazione della qualità del sonno, vengono fornite le indicazioni necessarie a ripristinare una sufficiente qualità dello stesso. Migliorare la qualità del sonno significa agire direttamente su un insieme di potenti meccanismi psicofisiologici che contrastano fortemente gli effetti dannosi dello stress, dell'ansia, della rabbia (e di altri stati di tensione/attivazione eccessiva) sul corpo e sulla mente, aumentando la resistenza psicofisica agli stressors, spesso inevitabili.
8 - Monitoraggio attivo inter-sessione: le strategie apprese durante il trattamento integrato di biofeedback devono essere poi estese alla vita reale, al di fuori setting protetto e controllato dello studio di biofeedback; per tale ragione abbiamo implementato un sistema di monitoraggio continuo sempre attivo che, tra una seduta (o sessione) e quella successiva, accompagna e assiste la persona nel delicato processo di estensione delle abilità apprese alla vita di tutti i giorni, tramite l'uso di strumenti (cartacei, fogli elettronici e applicazioni per smartphone/tablet/computer) opportunamente tarati sulle necessità di ogni singolo individuo.
9 - Monitoraggio post-trattamento: terminate le sessioni di trattamento, le abilità apprese e già ben trasposte nella vita di tutti i giorni dovranno essere utilizzate anche nei mesi successivi; per tale ragione nei 6-12 mesi successivi alla fine del trattamento effettuiamo un monitoraggio volto sia a verificare i progressi attesi, sia a correggere eventuali errori d'applicazione e d'integrazione delle strategie apprese, sempre tramite l'uso di strumenti simili a quelli usati nel monitoraggio inter-sessione.
L'applicazione dell'sEMG biofeedback incluso nel nostro protocollo integrato produce, da solo, effetti clinicamente significativi nell' 80-90% dei pazienti trattati (Sherman, 2012). Tuttavia, presso il nostro centro la percentuale di successo sfiora il 100% grazie all'elaborazione di piani di trattamento altamente personalizzati e a processi di valutazione e rivalutazione intratraining sempre più accurati e rigorosi.
Quanto dura il trattamento di Biofeedback per la Cefalea Tensiva?
Solitamente il trattamento di Biofeedback e per la Cefalea di Tipo Tensivo richiede un unico ciclo di 8-10 sedute in tutto. La prima seduta, durante la quale si effettua un'approfondita valutazione e lo Stress Profile (o Profilo Psicofisiologico) ha una durata di 90-120 minuti (a seconda della complessità del caso); le sedute successive di training durano circa 30 minuti.
Occorre solo un ciclo di sedute e, una volta completato, non occorre ripetere il trattamento.
Quanto costa il trattamento di Biofeedback per la Cefalea Tensiva?
L'intero trattamento ha un costo contenuto consistendo in un unico ciclo di circa 10 sedute senza la necessità di ricorrere a cicli successivi o periodici.
La tariffa di una seduta di biofeedback è pari a 70,00 euro. Una seduta dura circa 30 minuti.
La prima seduta comporta un'approfondita valutazione psicofisiologica che include una precisa misurazione dei parametri fisiologici (tensione muscolare e attività del sistema nervoso autonomo) svolta con la nostra strumentazione e n'intervista approfondita volta ad individuare con maggior precisione tutti i fattori che causano o alimentano le cefalee al fine di definire un protocollo di intervento personalizzato. La prima seduta di valutazione ha un costo pari a euro 120,00e ha una durata di circa 90-120 minuti.
Il biofeedback è una prestazione sanitaria detraibile.
Il Biofeedback ha effetti collaterali o indesiderati?
Il biofeedback è un metodo d’intervento sicuro, non-farmacologico, non-invasivo, indolore e privo di effetti collaterali, ad eccezione della possibile irritazione cutanea negli individui allergici al cerotto adesivo dei sensori, casi in cui comunque si utilizzano adeguate precauzioni o sensori di altro genere.
Nei protocolli di training respiratorio gli individui predisposti possono inoltre sperimentare una sensazione di "testa leggera" conseguente all'attività respiratoria. Tali fenomeni sono reversibili e possono essere ridotti o evitati con le opportune precauzioni.
Ha effetti duraturi?
Studi di follow-up a lungo termine hanno dimostrato che, per la maggior parte dei pazienti trattati con il Biofeedback che continuano ad applicare le abilità apprese, gli effetti del trattamento rimangono invariati nel corso del tempo, senza la necessità di ricorrere ad ulteriori trattamenti.
Qual'è la percentuale di successo del Biofeedback?
L'applicazione corretta dei protocolli di Biofeedback tradizionali produce risultati clinicamente significativi nel 80-90% dei pazienti con Cefalea di Tipo Tensivo (Sherman 2012), contro il 22%-33% dell’amitriptilina (Laroxyl).
Tuttavia, negli ultimi 10 anni abbiamo perfezionato i nostri protocolli a tal punto da raggiungere un tasso di successo terapeutico che sfiora il 100%.
Ad esempio, da uno studio comparativo tra l’EMG-Biofeedback effettuato sui muscoli della fronte e l’EMG Biofeedback effettuato sui muscoli del trapezio è emerso che ben il 100% dei pazienti trattati con quest’ultimo protocollo hanno raggiunto una riduzione clinicamente significativa delle cefalee mentre i pazienti trattati con il primo protocollo hanno raggiunto risultati clinicamente significativi “solo” nel 50% dei casi (Arena et al., 1995), risultato quest’ultimo comunque soddisfacente rispetto ai trattamenti farmacologici più in uso; queste differenze d'efficacia dipendono dal fatto che ogni individuo con cefalea tensiva presenta uno specifico mix di sintomi e fattori causali che richiedono l'applicazione di specifici protocolli e un approccio assolutamente non generalista.
Per un confronto dell'efficacia scientificamente dimostrata dei trattamenti farmacologici e non farmacologici oggi disponibili per la cefalea tensiva clicca qui.
L’efficacia del Biofeedback dipende da diversi fattori: dall'esperienza dello psicofisiologo nel trattamento di questa specifica patologia, dalla sua capacità di fare una valutazione psicofisiologica iniziale accurata e di personalizzare con precisione il trattamento di biofeedback, dalla capacità di interpretare in tempo reale i dati psicofisiologici provenienti dai sensori e, non ultimo, dalla capacità di comprensione ed empatia fondamentali per sostenere la motivazione del paziente negli inevitabili periodi di vulnerabilità e depressione legati ad una patologia così invalidante.
STUDI SCIENTIFICI e CONSIGLI
Se soffri di cefalea di tipo tensivo o della forma mista cefalea tensiva ed emicrania (o altre cefalee legate alla tensione miuscolare), e se vuoi sapere di più sui trattamenti oggi disponibili su base scientifica per il trattamento di queste patologie, ti consigliamo di visitare il sito web: cefalea-tensiva.it.
www.Cefalea-Tensiva.it
Su cefalea-tensiva.it troverai molte informazioni su base scientifica relativa non solo al biofeedback ma anche ai trattamenti farmacologici e non farmacologici più usati, il loro livello di efficacia nel breve e lungo termine, i rischi, le controindicazioni, la loro comparazione, tanti consigli e, naturalmente, tutti gli studi scientifici di riferimento su cui si basano i dati forniti.
Contatti e indirizzi
Via Giovanni Guareschi 123 - 00143 - Roma (EUR-Laurentina)
I trattamenti di Biofeedback e Neurofeedback sono svolti dalla équipe formata dal Dott. Alessio Penzo e dalla Dott.ssa Loredana Scalini presso ll Centro di Psicofisiologia e Psicologia situato in Via Giovanni Guareschi 123, 00143 - Roma (EUR-Laurentina).
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